Per troppo tempo l’industria conciaria ha subito la pressione di un’opinione comune che la voleva non solo lesiva della vita degli animali ma soprattutto estremamente inquinante nei confronti del pianeta in quanto foriera non solo di prodotti tossici ma anche completamente sguarnita di un sistema di riciclo. Eppure, non esiste visione più antiquata di questa: soprattutto negli ultimi tempi, infatti, tutta la filiera dei pellami si è adeguata a standard di produzione attenti ai principali fronti della sostenibilità, dando un importante sostegno a pratiche di Circular Economy ormai apprezzate e applicate in tutto il mondo.
Questo è avvenuto non solo per raggiungere un vantaggio competitivo sul mercato, ma anche perché è ormai chiaro come certe dinamiche di produzione siano veramente proiettate all’abbassamento dei consumi, al recupero e all’attenzione per l’ambiente, elementi che si proiettano in maniera positiva non solo sul business aziendale ma anche (e soprattutto) nella vita delle persone. In questo articolo, pertanto, vediamo come i pellami e tutta la loro filiera di produzione siano diventati veri e propri elementi sostenibili al servizio della Circular Economy mondiale. Iniziamo.
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Che cos’è la Circular Economy
Prima di iniziare la nostra trattazione è tuttavia doveroso fare un passo indietro per definire a cosa ci riferiamo quando parliamo di Circular Economy. Per farlo, ci serviremo della definizione data in materia dal Parlamento Europeo: “L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, condizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile.
In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.
I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Il modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili e a basso prezzo”.
Pellami e Circular Economy
Come si inserisce, dunque, la filiera dei pellami nell’economia circolare? Prima di tutto l’utilizzo di sole pelli di animali destinati alla macellazione per il mercato alimentare rappresenta un primo, importantissimo passo verso la più piena applicazione dei principi della Circular Economy: da diverso tempo, infatti, gli animali le cui pelli sono destinate all’industria conciaria non sono allevati al solo scopo di ricavarne il pellame, ma sono gli stessi animali che, al contempo, sono allevati per poi essere usati nel settore alimentare. Si tratta di un importantissimo risparmio dettato dal riciclo: nessuna parte dell’animale viene infatti dispersa nell’ambiente, con il risultato che si abbattono i consumi e si preserva l’ambiente dallo smaltimento.
Ma l’impegno dell’industria conciaria per la Circular Economy non si ferma certo qui. Da tempo, ormai, le aziende collocano importanti risorse per raggiungere diversi obiettivi sostenibili: impianti e processi ecosostenibili sempre più evoluti, investimenti in ricerca, progetti per la gestione integrata dell’ambiente, formazione e certificazioni ambientali di prodotto; e ancora trasferimento di tecnologie innovative per promuovere azioni sia di disinquinamento sia di prevenzione del rischio associato ai vari processi, attuazione di progetti di valorizzazione degli scarti dell’industria conciaria che hanno valutato la conversione dei sottoprodotti (sia liquidi che solidi) in materie prime o semilavorati per altri settori industriali, produzione del cuoio rigenerato come altra modalità di reimpiego degli scarti della filiera conciaria.
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